La Custode del Bosco Ambrato

 

Non sono solo una scultrice: sono la Custode delle storie che mi affidi e di quelle che porto dentro.

Benvenuta e benvenuto nel mio mondo.

 

Una passione con radici profonde

Ho scelto il legno cirmolo per la sua anima viva, il profumo che sa di bosco, la capacità di custodire memorie e trasformarsi in qualcosa che dura.
Ogni giorno entro in laboratorio con il desiderio di ascoltare — la materia, le persone, le storie.
Qui la passione si intreccia con la fatica, l’artigianato con l’ispirazione, il bisogno di proteggere con la voglia di inventare.

Dove tutto ha inizio

Fin da piccola cercavo nei cassetti qualcosa da smontare, ricostruire, inventare. Il legno mi ha trovata presto: un materiale che accoglie, profuma, resiste.
C’è chi da grande sogna di essere principessa. Io volevo diventare “quella che costruisce rifugi”.


Oggi, tra una nuvola di segatura e qualche idea bizzarra, faccio esattamente questo: creo spazi, oggetti e storie che proteggano, ascoltino, rassicurino.


Ogni opera nasce da ascolto e ispirazione — e un po’ anche da quell’ironia che mi accompagna ogni giorno.

Cosa mi spinge a scolpire

Per me scolpire non è mai stato solo un lavoro. È una necessità: sento il bisogno di trasformare quello che vivo — gioia, fatica, dubbi, risate — in qualcosa di concreto.


La natura mi dà ispirazione: il bosco, la luce che cambia, i dettagli imperfetti.
Le persone che incontro mi insegnano ogni giorno che ognuna ha un bisogno diverso di essere custodita.


Metto passione in ogni pezzo: a volte per trovare risposte, a volte solo per sentirmi viva e vera.

Tra trucioli, meraviglia e cambiamenti

Originaria di Acqui Terme, ho lavorato per vent’anni come commessa responsabile, finché nel 2021 ho deciso di seguire il mio sogno: trasferirmi a Pont‑Saint‑Martin (Valle d’Aosta) per imparare scultura a livello professionale e fondare Barbara LegnoArt.

Sì, ho studiato scultura e ho fatto tanta gavetta, ma la verità è che sono una donna curiosa, un po’ ostinata e sempre pronta a ricominciare, se serve, con le mani in pasta e il sorriso disordinato.

Se vuoi conoscermi davvero…

Non sono mai stata brava a raccontarmi tutta d’un fiato. Preferisco le chiacchiere davanti a una tazza di caffè, tra un po’ di segatura e una risata.
Se vuoi farmi una domanda, raccontarmi il tuo bisogno o anche solo curiosare, scrivimi.


La mia bottega è sempre aperta per chi cerca autenticità e un po’ di luce in più.

Se non puoi venire il bottega, c'è sempre il mio Blog, dove potrai conoscermi meglio

Perché La Custode

Non mi basta essere un’artigiana.
Ho scelto di chiamarmi Custode perché quello che faccio non è solo creare oggetti, ma custodire storie, emozioni e bisogni.
Ogni Guardiana nasce da un ascolto: il mio e quello di chi la sceglie.
Mi piace pensare che, attraverso le mie mani, il legno si trasformi in una presenza che veglia, protegge e accompagna.
Essere la Custode, per me, significa prendermi cura — non solo delle mie sculture, ma anche di chi le accoglie nella propria casa.

Guardiane, non lampade, ma presenze

Quando dico che non vendo lampade ma Guardiane, lo dico sul serio. Ogni scultura è pensata per proteggere ciò che conta: riposo, forza, alternative, rinascita o connessione.
Le Guardiane nascono da un ascolto profondo — di te, del tuo bisogno — e del legno vivo che prende forma. Sono presenze che illuminano dentro e fuori, fatte per restare nella tua casa e nel tuo cuore.

Nate per proteggere ciò che ti sta più a cuore.

Barbara, semplicemente.

Prima ancora di essere scultrice, sono una donna che non ha mai smesso di farsi domande.
Amo i silenzi, le risate che scappano senza permesso, le storie degli altri.

Credo che la gentilezza sia una forza potente, che la fragilità vada accolta e che la bellezza sia fatta di cose vive e imperfette.

Non prendo (quasi) mai la vita troppo sul serio.
Mi piace pensare che, da qualche parte, la segatura sotto le unghie sia il mio modo di portare un po’ di bosco anche nei giorni più complicati.

La Favola della Custode e del Bosco Ambrato

C’era una volta, in un angolo nascosto tra le montagne, una donna che aveva scelto il legno come compagno di viaggio.


Non era una maga, né una fata, ma possedeva qualcosa di più raro: il dono di ascoltare ciò che gli altri non sanno dire.


Nel suo laboratorio, il profumo del cirmolo si mescolava a quello delle storie appena sussurrate: ogni scultura, ogni lampada, ogni piccola creatura che prendeva forma tra le sue mani era pensata per accogliere non solo la luce, ma anche i desideri e le paure di chi l’avrebbe accolta.

La Custode — così la chiamavano, anche se lei rideva sempre a quel titolo, perché si sentiva più artigiana che regina — conosceva bene il valore di un rifugio: non basta una casa per sentirsi protetti, ci vuole un segno, una presenza, un simbolo che dica “qui, tu puoi essere te stessa”.

Così, ogni volta che una cliente bussava — con una richiesta, una domanda o solo un bisogno silenzioso — la Custode sapeva ascoltare e capire. Non proponeva mai una Guardiana a caso, perché ogni donna, in fondo, cerca una luce diversa: chi ha bisogno di forza, chi di riposo, chi semplicemente di sentirsi vista.

Nel Bosco Ambrato, le storie non finiscono mai nello stesso modo.
C’è chi trova una presenza silenziosa che veglia sulle notti più difficili, chi un alleato per affrontare i giorni storti, chi una compagna pronta a illuminare la strada ogni volta che manca il coraggio.

La magia della Custode non era nei gesti spettacolari, ma nella cura, nell’ascolto, nel sapere trasformare il legno in qualcosa che resta.
Le sue clienti se ne accorgevano subito: non portavano a casa solo una scultura, ma una promessa.
Una promessa fatta di attenzione, artigianato vero e quella strana, rara sensazione di sentirsi finalmente accolte.

E così, se un giorno ti capiterà di varcare la soglia della sua bottega, lascia pure fuori i dubbi: la Custode non fa incantesimi, ma ha la meravigliosa abitudine di proteggere — con il legno, la luce, e un sorriso sempre pronto — i sogni di chi si ferma a raccontarle la propria storia.